
Al via la digitalizzazione di circa settecentomila campioni dell'erbario di Padova
27.11.2024
Nell'ambito del National Biodiversity Future Center (NBFC), primo centro italiano di ricerca sulla biodiversit¨¤, l'Universit¨¤ di Padova, insieme alla Sapienza Universit¨¤ di Roma, ¨¨ capofila dello Spoke 7 dedicato a scienza e societ¨¤.
In questo ambito si inserisce il progetto di digitalizzazione dell'erbario di Padova?che, proprio in questi giorni, organizzato con cura in scatole numerate, ha iniziato a viaggiare per raggiungere gli spazi della sezione botanica del Museo di Storia Naturale dell¡¯Universit¨¤ di Firenze dove verr¨¤ fotografato e riprodotto in formato digitale.
Gli erbari sono veri e propri archivi di biodiversit¨¤, frutto di ricerche ed esplorazioni scientifiche condotte nel corso dei secoli da scienziate e scienziati, storici o persone appassionate di tutto il mondo. Ancora oggi, queste collezioni naturalistiche rappresentano un riferimento indispensabile per comprendere la ricchezza, la variet¨¤ e le trasformazioni del pianeta.?
?Si tratta di un progetto di ampia portata che per la prima volta valorizza in maniera sinergica le collezioni d¡¯erbario italiane, con l¡¯obiettivo di renderle disponibili e farle conoscere a un pubblico pi¨´ vasto - spiega?Elena Canadelli, docente?all¡¯Universit¨¤ di Padova, responsabile del Museo botanico FG²¶Óã e?responsabile scientifica del progetto nazionale di digitalizzazione massiva dello Spoke 7, condotto grazie alla collaborazione con l¡¯Universit¨¤ di Firenze -.?Con un finanziamento di 7 milioni di euro ¨¨ stata avviata?la digitalizzazione massiva di 4 milioni e 200mila campioni (settecentomila?dell'erbario di Padova), partendo dall'Erbario Centrale Italiano di Firenze (la conclusione del progetto nazionale ¨¨ prevista per la fine di agosto 2025)?.?
Attraverso l'utilizzo di tecniche avanzate, per acquisire l'immagine dei campioni senza alterarne lo stato di conservazione, l¡¯intervento prevede il posizionamento dei fogli d¡¯erbario su alcuni rulli: una volta sistemati, questi vengono fotografati e infine descritti registrando i contenuti di biodiversit¨¤ presenti nelle etichette, che rivelano luogo di raccolta, data e nome scientifico di ogni esemplare.
?I dati di biodiversit¨¤ del passato vengono cos¨¬ messi a disposizione della ricerca scientifica attuale: i fogli di erbario escono dagli armadi per raggiungere ogni parte del mondo - commenta Canadelli -.?Il lavoro sull¡¯erbario patavino durer¨¤ un paio di mesi, al termine dei quali la collezione torner¨¤ all'Orto Botanico di Padova per essere ricollocata nei grandi armadi della sede storica, temporaneamente svuotati proprio per poter realizzare il progetto, che riunisce esemplari essiccati a partire dalla fine del Settecento fino ai giorni nostri. Una selezione ¨¨ esposta anche nella Galleria degli Erbari del Museo Botanico.?
Nato nel 1835, grazie a un primo nucleo donato da?Giuseppe Antonio Bonato, allora Prefetto dell¡¯Orto, nel tempo, l¡¯Erbario dell¡¯Universit¨¤ di Padova si ¨¨ arricchito grazie a donazioni e acquisti. Oggi si stima custodisca circa 700.000 campioni tra piante, funghi, alghe e galle che raccontano la biodiversit¨¤ italiana e del resto del mondo.
La collezione di Padova conserva campioni raccolti da illustri botanici come?Augusto B¨¦guinot, Roberto de Visiani, Adriano Fiori,?Achille Forti?e Pier Andrea Saccardo, da semplici appassionati come?Wilhelm Pfaff?e, ancora, da figure note in ambiti diversi da quelli botanici, tra questi?Luigi Tibertelli, conosciuto come Filippo de Pisis, pittore ferrarese della prima met¨¤ del Novecento che don¨° a Padova le sue raccolte.
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